Descrizione
Aftershock è una performance ispirata dalle conseguenze di brutali urti topologici. Esplorando l’ambiguità del realismo in paesaggi post-umani, Herman Kolgen crea simulazioni tridimensionali attraverso l’instabilità dei sistemi dinamici e li converte in visuals cinematografiche di grandi dimensioni.
Durante la performance vengono costruite sedimentazioni audio a diversi livelli, che sottolineano questa cartografia della catastrofe. Kolgen sviluppa anche un processo digitale che conferisce un’estetica post-sismica al suo lavoro.
La dimensione dei rifiuti nucleari è veramente da capogiro. Le scorie nucleari create dall’uomo saranno incredibilmente nocive per migliaia di anni.
Dobbiamo immaginare che l’impatto delle nostre attività si estende anche in un lontano futuro non-umano. Aftershock si concentra sull’estetica nucleare, dal sublime atomico alla divinità radioattiva, gettando uno sguardo poetico sulle conseguenze di diverse brutali scosse topologiche.
“Con Aftershock, ho voluto ancora una volta sfruttare la tensione di fondo che attraversava le mie sculture audiocinetiche precedenti, riscoprendo l’influenza che il territorio esercita sul genere umano, sotto l’aspetto fisico, cerebrale ed emotivo. L’impatto dei territori sull’essere umano è al centro dei miei interessi artistici. Le tensioni che nascono come conseguenza dell’interazione di elementi tra loro, costituiscono l’epicentro del mio approccio e della mia ricerca. Il mio lavoro è caratterizzato da una approccio radiografico agli elementi. E’ l’essere immateriale della radiografia che mi permette di sfidare la percezione umana.”
Informazioni
Artista multidisciplinare con oltre due decenni di esperienza nelle media-arts, Herman Kolgen vive e lavora a Montreal. Scultore audio-cinetico, estrae la materia prima da l’intimo rapporto tra suono e immagine. Kolgen crea pezzi che assumono la forma di installazioni, video e film, performances e sculture sonore. Lavora in un ciclo costante di esplorazione, al crocevia tra diversi media, per evocare un nuovo linguaggio tecnico ed un’estetica singolare. Inizialmente associato agli ambiti puramente digitali ed elettronici, il suo approccio prende una brusca virata verso forme sempre più ibridate.
I lavori di Kolgen sono stati presentati alla Biennale di Venezia, Ars Electronica, il Transmediale di Berlino, ISEA, il Centre Georges Pompidou, Sonar, Tapei Digital Arts e Shanghai E-Arts. Kolgen si aggiudica prestigiosi premi, tra cui Ars Electronica, Qwartz e il New York e il miglior film sperimentale al Los Angeles Independent Film Festival.